domenica 10 aprile 2011

Grande partecipazione e grande successo per la conferenza "gli animali e la ricerca"

Il Comitato Montichiari contro Green Hill è nato nel maggio del 2010 in occasione del presidio svoltosi davanti all’ormai tristemente noto allevamento. Siamo semplici cittadini e cittadine di Montichiari e dei paesi limitrofi. Ci accomuna e ci unisce lo sdegno nei confronti di questo allevamento-lager e la volontà di fare tutto il possibile affinché posti del genere spariscano per sempre. Il bilancio della nostra attività è più che positivo: in meno di un anno abbiamo raccolto oltre 12.000 firme. L’attenzione e l’interesse per GH e per la vivisezione, nel tempo, sono aumentati. Se ai primi banchetti dovevamo spiegare per filo e per segno l’agghiacciante realtà di Green Hill, ora la gente si avvicina perché ci riconosce e vuole firmare, ma soprattutto perché vuole risposte!
Più si approfondisce il tema della vivisezione, più ci si rende conto di quanto scarse e distorte siano le informazioni che i mass media ufficiali forniscono, quando e se le forniscono al riguardo! E’ un argomento tabù, forse uno degli ultimi per i quali la censura è ancora vigile e attenta. Del resto sappiamo benissimo che la vivisezione, oltre ad essere tortura e sofferenza inutile per milioni di animali è un business ricchissimo per le industrie farmaceutiche e chimiche. La sperimentazione animale – come viene ipocritamente definita da chi la pratica – ha bisogno di luoghi come Green Hill, ha bisogno di “materia prima” su cui infierire e su cui lucrare. Noi, come Comitato, ci proponiamo di tenere accesa una luce sul mondo della vivisezione affinché sempre più persone prendano coscienza, sappiano cosa succede nei laboratori e negli allevamenti, con la speranza che un giorno, non troppo lontano, gli animali vengano davvero riconosciuti come esseri senzienti e, pertanto, rispettati come meritano.
Il 25 marzo, a Montichiari (BS), nella splendida cornice della sala conferenze dell’Hotel Faro, si è svolta una conferenza sul tema “gli animali e la ricerca” cui ha partecipato un folto e attento pubblico. Il successo della serata è stato tutto merito dell’ottimo relatore, Dott. Stefano Cagno, psichiatra e dirigente medico, presso il Centro Psico-Sociale di Vimercate (MB) e responsabile del Centro Diurno “La Casa” di Bernareggio (MB), nonché autore di oltre 450 tra articoli, libri, saggi e pubblicazioni riguardanti la vivisezione, i diritti degli animali, l’ingegneria genetica e la bioetica. Egli ha saputo spiegare con parole semplici e concetti chiari che cos’è la sperimentazione animale. Il  Dott. Cagno ha sottolineato che i primi a non credere alla utilità degli esperimenti sono proprio gli stessi ricercatori che ben sanno quante e quali differenze esistono tra specie e specie e quindi quanto scarse siano le probabilità che un esperimento possa veramente giovare all’Umanità; non esiste nessuna pubblicazione che dimostri che la vivisezione abbia validità scientifica. Molti identificano gli antivivisezionisti come persone emotive, sentimentali, sempre pronte a versare una lacrimuccia per i “poveri animali”. Ebbene vi è un’enorme differenza tra l’essere emotivi e l’essere sensibili. Al riguardo mi ha colpito molto, una frase pronunciata dal Dott. Cagno nel corso della serata: “io non sono un ‘emotivo’. Sono un ‘sensibile’ e me ne vanto”.
La conferenza si è svolta in un clima sereno e al termine il Dott. Cagno ha risposto cortesemente e in maniera esauriente alle numerose domande che la platea gli ha posto. La serata si è conclusa con un lunghissimo e meritatissimo applauso  che ha salutato il nostro illustre e gradito ospite.
Unico neo, la presenza in sala di un biologo, dipendente di Green Hill. Non è di certo venuto per ascoltare uno dei massimi esperti nazionali in materia di antivivisezione. Sinceramente non abbiamo capito il significato della sua (inquietante) presenza. Sappiamo solo che ha preso appunti per tutta la sera e che spesso ridacchiava con quell’aria arrogante e sprezzante che solo le persone insensibili possiedono. Se voleva rovinare la conferenza, ci spiace per lui, ma non è riuscito nel suo intento. Abbiamo cose serie cui pensare e una battaglia importante da vincere: far chiudere Green Hill!








Piccola, ma doverosa precisazione. Sui 100 manifesti e i 1000 volantini che abbiamo stampato in proprio per pubblicizzare la conferenza del 25 marzo scorso, il nome dell’hotel e il relativo indirizzo sono stati corretti a mano con il pennarello o, nel migliore dei casi, apponendovi un’etichetta adesiva. Non è stato un errore nostro né della tipografia. Purtroppo ci eravamo rivolti al Garda Hotel di Montichiari, ma la direzione ha pensato bene di tirarci il classico “bidone”, quando ormai avevamo fatto stampare il materiale, negandoci la sala che un mese prima ci aveva assicurato e garantito (il tutto è documentato e provato da una serie di e-mail intercorse tra una componente del Comitato e le impiegate del Garda Hotel). La scusa addotta per negarci la sala è stata quella di impellenti lavori di manutenzione per l’eliminazione di presunte infiltrazioni nelle sale-conferenza. Operazione che, a detta della impiegate, avrebbe comportato la chiusura temporanea del Garda Hotel almeno fino ai primi di maggio. Questa giustificazione ci è parsa da subito alquanto improbabile e infatti, al Garda Hotel la stessa sera di venerdì 25 marzo tutte le sale-conferenza erano disponibilissime. Sinceramente non abbiamo compreso i motivi di un simile comportamento, per nulla professionale. Sarebbe molto gradita una spiegazione plausibile di questa gaffe, che ci auguriamo sia stata commessa in buona fede. Attendiamo fiduciosi che qualcuno del Garda Hotel ci contatti. 
Ringraziamo invece vivamente l'Hotel Faro che, nonostante il breve preavviso da parte nostra, ci ha affittato la sala in cui si è potuta svolgere la conferenza.

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