giovedì 21 luglio 2016

COMUNICATO STAMPA Coordinamento Associazioni Ambientaliste e Animaliste Brescia

Comunicato stampa

Il mancato soccorso e recupero della fauna selvatica nella Provincia di Brescia
Da mesi ormai continua un gioco perverso fatto di palleggi di competenze e presunti vuoti normativi a caratterizzare il nuovo e pessimo corso della gestione della fauna selvatica nel Bresciano. Sullo sfondo c’è la redistribuzione delle responsabilità - politiche e finanziarie - tra Regione ed ex provincia; un riparto che ha creato una situazione inaccettabile.
L’attività delle associazioni dovrebbe essere un valore aggiunto, un supporto a un servizio continuativo di soccorso e recupero che deve essere garantito dall’ente pubblico che invece non c’è. Le associazioni scriventi, si sono trovate e si trovano tutt’ora impotenti, senza sostegno, risorse e persone per far fronte a delle emergenze che comunque non sono di loro competenza.
Questa realtà si manifesta continuamente con inutili telefonate senza risposta al numero di reperibilità della Polizia Provinciale e con le corse in macchina dei volontari che, rubando tempo al lavoro, viaggiano da ogni angolo del Bresciano ai lontani Cras della Valpredina (Bergamo) e di Paspardo (Valcamonica).
A titolo esemplificativo in questi giorni i volontari recuperano una media di circa 25 esemplari di fauna selvatica al giorno tra cui specie particolarmente protette (Civetta, Gufo Reale, Pipistrello, ecc.), senza contare le richieste inevase poiché impossibilitati.
Lo stesso Nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale – pagato dalla Regione- non garantisce una reperibilità. Sono molte infatti le lamentele, denunce di cittadini inferociti che non avendo punti di riferimento, si vedono costretti a dirottare le loro richieste di aiuto a volontari delle sottoscritte associazioni ambientaliste. Persino le stesse forze dell’ordine, tirate in causa dai cittadini, si rivolgono alle suddette associazioni che a loro volta si trovano con un sovraccarico di richieste di difficile gestione.
La mancanza di tale compito può configurare un interruzione di pubblico servizio e comunque un danno nei confronti del benessere e della tutela animali, in particolar modo in questa fase segnata dalla riproduzione di uccelli e mammiferi.
Si ricorda come sancito dalla legge nazione n.157 del 1992, che la fauna omeoterma è un patrimonio
indisponibile dello Stato ed è obbligatorio il rispetto del titolo, che ne prevede la tutela. Si rammenta inoltre che le funzioni di soccorso sono strettamente connesse all’attività di controllo del bracconaggio (Art. 49 legge regionale n.26 del 1993), in quanto è proprio a seguito di recupero di fauna selvatica ferita o in difficoltà che si viene a conoscenza di attività illecite (es.: presenza di pallini di piombo a seguito di indagine radiografica).
Quale tutela sussiste se non viene praticato il recupero di animali feriti o in difficoltà dagli organi preposti?
Nei giorni scorsi le associazioni scriventi si sono rivolte al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, all’assessore regionale Giovanni Fava e al Presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli chiedendo quale sia il motivo di questa grave carenza che vede la fauna selvatica unica “vittima” di questa situazione.
Brescia, 21.07.2016

Coordinamento Associazioni Ambientaliste e Animaliste Brescia:
E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animali) Sezione Brescia,
Legambiente Brescia, S.V.A. (Servizio di Vigilanza Ambientale) Legambiente Brescia,
LAC (Lega Abolizione Caccia) sezione Brescia,
LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) sezione Brescia,
O.I.P.A. Brescia (Organizzazione internazionale Protezione animali)
Comitato Montichiari contro Green Hill



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